Arriviamo in aereo in una citta fondata quasi 3000 anni fa. La Trebisonda di un tempo ha lasciato il posto a Trabzon, schiacciata tra il mare che e’ la sua fonte di sussistenza ed una montagna su cui campeggia la scritta TRABZON in stile hollywoodiano (cattelan e’ passato di qui?). Considerando anche che che l’aeroporto e’ una striscia d’asfalto lungo il mare sembra una Palermo in piccolo, salvo che dei suoi antichi fasti ben poco e’ rimasto.
Il lungomare e’ interamente occupato dal porto con i suoi container ed i moli deserti, rendendolo cosi’ inaccessibile al resto di questo grande paese. Dalla piazza moderna e piena di locali ad est si scende tra le stradine del bazaar fino al mercato del pesce per poi risalire nei quartieri residenziali.
Il lungomare e’ interamente occupato dal porto con i suoi container ed i moli deserti, rendendolo cosi’ inaccessibile al resto di questo grande paese. Dalla piazza moderna e piena di locali ad est si scende tra le stradine del bazaar fino al mercato del pesce per poi risalire nei quartieri residenziali.
C’e’ la decadenza di una citta’ antica di cui la storia puo’ essere rintracciata soo nei libri, la decadenza di un porto in disuso, ed infine quella piu’ recente di un luogo di grandi scampi commerciali condannato per cinquant’anni a vivere di contrabbando in quest’avamposto orientale dell’occidentea due passi dal paese natale di Stalin e dai luoghi di villeggiatura dei quadri sovietici. I veli delle donne lucidi e pieni di colori lasciano spesso il posto al rimmel e al rossetto delle ragazze appena uscite di scuola. Passeggiamo tra turchi dal passaporto russo, vetrine di intimi femminili che ricordano i sexy-shop di Amsterdam, tassisti che parlano russo e mille pasticcerie; ci fermiamo a leggere in unba salad a te’ per soli uomini in cui non ci fanno pagare.
La sera ci gustiamo Real Madrid – Roma con i gestori dell’albergo ed i loro amici che fanno un ottimo tifo per la Roma. Sono visibilmente divertiti dal trasporto che Erika mostra per l’evento. Il giorno dopo ci salutano con un “Roma champion”.
Dal mare, in mezz'ora di auto, si abbandona l'inizio di primavera per arrampicarsi tra gole stupende su per montagne arrabbiate. Quaranta minuti di sentiero innevato, circontati dal piu` quieto silenzio, immersi in foreste di pini, per raggiungere un monastero, anzi un complesso monastico incastonato tra la roccia, scolpita e modellata.Gli affresci ricoprono magicamente il tutto.Pensiamo a Cartesio, agli eccelsi prodigi della razionalita` umana e ci troviamo a sorridere pensando alla bizzaria delle volonta` umane.
La sera ci gustiamo Real Madrid – Roma con i gestori dell’albergo ed i loro amici che fanno un ottimo tifo per la Roma. Sono visibilmente divertiti dal trasporto che Erika mostra per l’evento. Il giorno dopo ci salutano con un “Roma champion”.
Dal mare, in mezz'ora di auto, si abbandona l'inizio di primavera per arrampicarsi tra gole stupende su per montagne arrabbiate. Quaranta minuti di sentiero innevato, circontati dal piu` quieto silenzio, immersi in foreste di pini, per raggiungere un monastero, anzi un complesso monastico incastonato tra la roccia, scolpita e modellata.Gli affresci ricoprono magicamente il tutto.Pensiamo a Cartesio, agli eccelsi prodigi della razionalita` umana e ci troviamo a sorridere pensando alla bizzaria delle volonta` umane.
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